28 Ottobre 2020
L’assegnazione dell’intero patrimonio mobiliare integra una istituzione di erede
La Suprema Corte di Cassazione (Cass. Civ. n. 6125/2020) torna a pronunciarsi sulla attribuzione di beni determinati in funzione di quota.
Tizio conveniva in giudizio Tizia al fine di accertare la propria qualità di erede universale della defunta Caia. Il de cuius, con testamento, aveva individuato una serie di legatari, tra cui anche Tizio, disponendo però che il 50 per cento della proprietà di un immobile pervenisse allo stesso Tizio, così come la proprietà di tutti i beni mobili ed il diritto di abitazione sulla casa nella quale l'attore viveva. Sosteneva quindi che il tenore delle disposizioni di ultima volontà del de cuius deponeva per la sua istituzione quale erede ex certa re.
La convenuta Tizia si opponeva alla domanda assumendo che invece anche l'attore era un semplice legatario e che era invece essa stessa a rivestire la qualità di erede legittima, in quanto nipote della defunta e sua parente più prossima.
La Cassazione – confermando quando statuito nei precedenti gradi di giudizio – ha ritenuto che, “sebbene il criterio quantitativo non sia dirimente per risolvere l'interrogativo se vi sia stata istituzione di erede ovvero attribuzione di un legato”, un indice della volontà di considerare il beneficiario non come semplice legatario ma come erede è ‘proprio la assegnazione dell'intero patrimonio mobiliare.”
La Corte ha innanzitutto ricordato la distinzione tra erede e legatario alla luce dell’art. 588 c.c., per la quale “l'assegnazione di beni determinati configura una successione a titolo universale - institutio ex re certa -qualora il testatore abbia inteso chiamare l'istituito nell'universalità dei beni o in una quota del patrimonio relitto, mentre deve interpretarsi come legato se egli abbia voluto attribuire singoli, individuati, beni, così che l'indagine diretta ad accertare se ricorra l'una o l'altra ipotesi si risolve in un apprezzamento di fatto, riservato ai giudici del merito e, quindi, incensurabile in cassazione, se congruamente motivato”
Ha inoltre sottolineato come sia orientamento consolidato della Suprema Corte quello secondo il quale “l'assegnazione di beni determinati configura una successione a titolo universale, ove il testatore abbia inteso chiamare l'istituito nell'universalità dei beni o in una quota del patrimonio relitto, mentre deve interpretarsi come legato se egli abbia voluto attribuire singoli ed individuati beni” (Cass. n. 23393/2017).
Si aggiunge che, dalla lettura del testamento, possono emergere altri indici quali, come nel caso sottoposto alla attenzione della Corte, l’esistenza di un forte legame affettivo che univa l'attore con il de cuius, differenziando in tal modo la sua posizione da quella degli altri legatari. Precisamente, l’attore veniva definito dalla testatrice “una persona di famiglia conosciuta da oltre trenta anni, di fiducia e gradita”.
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